L'Anfiteatro Laterizio
L’Anfiteatro di Nola è ubicato nella zona nord occidentale della città, in località Masseria d’Angerio, in adiacenza alla murazione tardo repubblicana, di cui sfrutta parte del terrapieno interno.
La prima rappresentazione iconografica della struttura, si rileva da pergamene aragonesi databili alla fine del XV secolo, seguita da quella di G. Moceto posta a corredo da A. Leone al “De Nola” (Venezia, 1514). Al tempo del Leone, la struttura che egli descrive come “anfiteatro laterizio”, era ancora visibile fino all’attacco della summa cavea. Già nell’Ottocento J. Beloch (Campa-nien, Breslau, 1890), ne vede solo pochi avanzi mentre un rigonfiamento del terreno indica la presenza dell’edificio sepolto. Le indagini archeologiche (1985, 1993, 1997), hanno rimesso in luce circa 1/4 dell’intero anfiteatro che, con dimensioni sull’asse maggiore di m. 138 e su quello minore di m. 108, aveva una capienza di circa 20.000 spettatori.
Le strutture presentano varie fasi di costruzioni. Alla metà del I secolo a.C. sono databili le murature portanti con cubilia di grande modulo (cm. 10-11) e allineamento obliquo discontinuo. A questa fase iniziale, seguirono almeno due ristrutturazioni. La prima nel corso del I secolo d.C., quando una parte delle strutture fu restaurata in opera reticolata con cubilia di piccolo modulo (cm. 8-9) e allineamento obliquo continuo; in questa stessa fase il corridoio principale subì il rifacimento del pavimento e della volta e forse fu modificata anche l’altezza del parapetto dell’arena e della cavea.
Ad una seconda ristrutturazione, avvenuta tra il II ed il III secolo d.C., è da attribuire il rifacimento in lastre di calcare del corridoio posto sull’asse maggiore e la costruzione di un edificio addossato al muro esterno dell’anfiteatro.
Ben visibili ancora oggi, su tratto di muro del circuito esterno, sono le tracce una decorazione in primo stile con ortostati color ocra riquadrati da fasce di color turchese e, alla base, una decorazione con pannelli di stucco verticali.
Durante l’indagine del 1997, inoltre, sono stati rinvenuti sei pilastrini di calcare con rilievi che rappresentano tre fregi di armi, una scena di amazzonomachia, due prigionieri ai piedi di un trofeo d’armi e una corona di alloro vista come una città turrita con una porta, conservati presso il Museo Storico Archeologico di Nola.